LEGGE 104: NUOVO BONUS INPS DA CHIEDERE SUBITO
Spesso ci si chiede quando si potrà andare in pensione. Anzi, in questi giorni, in cui si sta discutendo sulla riforma pensioni per superare Quota 100, la domanda è ancora più legittima. Ma lo diventa ancora di più, se a porla è un soggetto che assiste un familiare portare di disabilità ai sensi della Legge 104.
Andare in pensione e godersi gli anni della vecchiaia dopo avere lavorato e nello stesso tempo avere anche assistito un famigliare convivente affetto da disabilità, è qualcosa di sacrosanto. Non esiste una vera e propria legge che permette ai caregivers di andare in pensione con una formula ben specifica. Nè tantomeno c’è una formula di prepensionamento specifico per i caregivers.
Tuttavia si possono sfruttare alcune modalità riconosciute anche per altri lavoratori. Tra queste misure c’è l’APE sociale che è stata riconfermata per il 2022 e Quota 41 per i lavoratori precoci.
Prima però di andare in pensione, ai caregivers, che prestano assistenza ai loro famigliari riconosciuti disabili ai sensi della legge 104, l’Inps riconosce un bonus in funzione del valore dell’ISEE. Si tratta di un bonus concorso, riconosciuto mensilmente. La domanda va fatta però entro il 31 gennaio 2022, ed il numero dei bonus a disposizione è di soli 30.000.
Bonus Legge 104: spetta ai caregivers
Spesso assistere il proprio figlio o il proprio coniuge in una condizione di disabilità è considerato come un “obbligato” atto di amore. Non è obbligato! Ma neanche dovuto. E’ un atto di amore puro, del quale però si deve anche tener conto dell’impegno e sacrifici che il caregivers deve sostenere. A volte chi assiste un famigliare disabile ai sensi della legge 104 deve lasciare il lavoro, e questo rende ancora più difficile andare avanti, soprattutto quando la pensione della persona con disabilità non supera i 287,09 euro al mese.
L’Inps ci ha pensato ed ha ideato il progetto Home Care Premium. Si tratta di un concorso per coloro che assistono famigliari in condizioni di disabilità ai sensi della legge 104, ma ricadenti in ben determinate condizioni. Quella più rilevante, oltre alla disabilità, è essere iscritte alla Gestione Unitaria delle Prestazioni Creditizie e Sociali.
Ai caregivers, che sono i beneficiari della prestazione, o ai titolari del diritto, ossia i soggetti con disabilità, l’Inps riconosce una prestazione economica mensile che varia in funzione dell’ISEE e del grado di disabilità della persone assistita.
Legge 104: quanto ammonta il bonus caregivers
Il progetto Home Care Premium è stato lanciato nel 2019 e scade a giugno 2022. Tuttavia la domanda, da presentare tramite portale Inps, scade il 31 gennaio 2022.
Se dopo avere letto questo articolo, ritieni di poter accedere al bonus Legge 104 per i caregivers, devi affettarti perchè il tempo è in scadenza e l’Inps riconosce fino a 30.000 domande e comunque fino ad esaurmenot dei fondi.
Il trattamento economico mensile riconosciuto dall’Inps è in forza del rapporto di lavoro con il soggetto beneficiario o titolare del diritto.
Come scritto all’inizio l’importo varia in funzione della gravità della disabilità e del valore dell’ISEE. Quindi per poter accedere al bonus caregivers ai sensi della legge 104, si deve essere in possesso dell’ISEE in corso di validità e della certificazione della disabilità. Per quanto riguarda l’ISEE, per chi percepisce la prestazione su più periodi, dovrà ogni ottobre ripresentare l’ISEE aggiornata, rispetto a quella inserita in fase di prima richiesta del bonus.
L’ISEE va da 0 a 40.000 euro, suddivisa in fasce:
0-8.000 euro
8.000-16.000 euro
16.000-24.000 euro
24.000-32.000 euro
32.000-40.000 euro
oltre 40.000
In corrispondenza di ogni fascia l’importo è calibrato in base alla gravità della disabilità: media, grave e gravissima.
L’importo del bonus Legge 104 va da un massimo di 1.050 euro al mese ad un minimo di zero per chi ha un ISEE di 40.000 euro ed una disabilità media. A questo importo va però sottratto l’eventuale assegno di accompagnamento già riconosciuto e le indennità di frequenza in caso di figli minori.
Legge 104: quando si può andare in pensione
Arrivando invece al tema della pensione, per le persone che hanno un grado di disabilita riconosciuta dall’Inps ai sensi della Legge 104, non c’è una “legge speciale” sul pensionamento o pre-pensionamento.
Per loro si applica la pensione di vecchiaia o quella di anzianità. Ma se si vuole, si può sfruttare il prepensionamento. Questa possibilità non solo è ammessa direttamente per la persona con disabilità, ma anche per il suo caregivers. In qualche modo il panorama delle pensioni in Italia ha istituito una sorta di tutela anche per i più fragili e per chi li assiste al fine di poter andare in pensione con qualche anno di anticipo.
Le formule pensionistiche che si possono sfruttare per andare in pensione prima, sono APE sociale e Quota 41.
La prima è stata oggetto di una proroga per il 2022, sperando che la bozza della legge di bilancio la confermi. Mentre Quota 41 è validità fino al 2026.
Legge 104 e APE Sociale: come andare in pensione prima
L’assegno pensionistico sociale è una forma di pre-pensionamento riconosciuto a chi ha raggiunto determinati requisiti e a chi una condizione soggettiva particolare.
Tutti devono avere 63 anni di età anagrafica.
Mentre per i contributi questi variano a seconda che si tratti di persone che hanno svolto lavori gravosi e usurante oppure no.
Nel primo caso, gli anni di contribuzione necessario sono 35. La bozza della legge di bilancio ha introdotto altre 8 categorie di lavori usuranti che si sono aggiunti alle 15 esistenti.
In caso di lavoro non usuranti o gravosi, invece gli anni di contributi necessari per andare in pensione sono 30. Ma chi può sfruttare l’APE sociale. Ci sono tre categorie di lavoratori di cui due destinati a chi ha una disabilità ai sensi della legge 104 oppure una invalidità civile.
Il lavoratore disoccupato che ha perso il lavoro in modo involontario a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi. Devono tuttavia aver terminato completamente la percezione della prestazione di disoccupazione.
Possono fare domanda anche i lavoratori che assistono un famigliare cui sia stato riconosciuto il livello di disabilità più grave, come previsto dall’articolo 3, III comma, della legge 104/1990, e che abbiano almeno 30 anni di contribuzione e assistono da almeno sei mesi un parente stretto: il coniuge, la persona in unione civile o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. Ad essi si aggiungono colo che assistono un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età.
Rimanendo nell’alveo delle disabilità, possono richiedere l’APE sociale i soggetti che hanno un’invalidità superiore o pari al 74%.
Legge 104 e lavoratori precoci: la formula di Quota 41
Avere 41 annidi contributi e poter andare in pensione. Si può, fino al 2026 ma spetta solo a chi ha iniziato a lavorare da ragazzo. Nello specifico chi decide di andare in pensione con 41 anni di contributi deve averne versati almeno 12 mesi prima del compimento dei 19 anni di età.
Le categorie che possono andare in pensione con Quota 41 e che sono in una condizione di fragilità, sono gli stessi di APE sociale. Aver raggiunto i 41 anni di contribuzione non è pero una condizione sufficiente. E’ si necessari ma si deve dimostrare di assister da almeno sei mesi un famigliare cui sia stata riconosciuta una disabilità ai sensi della legge 104, art.3 comma 3, quindi in uno stato di disabilità grave o gravissima.
Legge 104 e nuovi permessi: cosa cambia
L’acuirsi della pandemia scoppiata a marzo 2020 ha fatto correre ai ripari il governo nei confronti dei più fragili. Per loro infatti la pandemia ha significato dover rinunciare più degli altri ai contatti con le persone per ridurre il rischio di contagio, nonchè continuare a poter ricevere le cure necessarie per la loro patologia.
Per questo motivo fino alla fine dell’emergenza epidemiologia, ad oggi fissata a dicembre 2021, ma con mota probabilità sarà estesa a marzo 2022, alle persone titolari del certificato Inps che attesti la sussistenza dei requisiti ai sensi della legge 104, sono state concesse sia lo smart working che un numero maggiore di giorni di permessi retribuiti.
La legge 104, normalmente riconosce 3 giorni al mese, oppure due al giorno, sia alla persona con disabilità che al caregiver che l’assiste. Questi giorni sono passati a 12 e sono ancora tuttì’ora in vigore.
Quindi, chi lavora ed ha un certificato Inps che esplicita la condizione di disabilità grave ai sensi dell’art.3 comma3 potrà richiedere al proprio datore di lavoro 12 giorni al mese di permessi retribuiti. Ma potranno essere usufruiti anche dal caregiver, purché sia famigliare convivente.
La normativa è leggermente diversa per i genitori che assistono un figlio minore con disabilità. I genitori, anche adottivi o affidatari, di figli disabili in situazione di gravità minori di tre anni possono beneficiare in alternativa di:
- tre giorni di permesso mensile, anche frazionabili in ore;
- prolungamento del congedo parentale;
- permessi orari retribuiti rapportati all’orario giornaliero di lavoro, che consistono in due ore al giorno se l’orario lavorativo è pari o superiore a sei ore, un’ora in caso di orario lavorativo inferiore a sei ore.
L’importo riconosciuto è proporzionato alla retribuzione effettiva percepita, alla quale si aggiunge anche il rate della tredicesima.
Fonte: https://www.trend-online.com/risparmio/legge-104-bonus-caregiver-inps/
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